Più autonomia fiscale per i Comuni
Autonomia fiscale per i Comuni: approvato il decreto legislativo

Più autonomia fiscale per i Comuni: approvato il decreto legislativo sulla riforma tributaria

Con l’approvazione del nuovo decreto legislativo attuativo della riforma fiscale, i Comuni e gli enti locali ottengono una spinta significativa verso una maggiore autonomia fiscale. Il provvedimento, recentemente varato dal Consiglio dei Ministri, introduce importanti novità in materia di riscossione, semplificazione e gestione dei tributi locali.

Tra le principali misure previste per i Comuni:

  • Maggiore libertà nella definizione agevolata dei tributi: sarà possibile introdurre autonomamente misure di riduzione o annullamento di interessi e sanzioni, senza dover attendere interventi statali come sanatorie o rottamazioni nazionali.

  • Strumenti per favorire il pagamento spontaneo: i Comuni potranno inviare lettere di compliance e avvisi bonari per stimolare l’adempimento volontario da parte dei contribuenti.

  • Sconti per chi paga con addebito diretto: si apre la possibilità di introdurre agevolazioni su aliquote e tariffe per i cittadini che scelgono l’addebito automatico su conto corrente bancario o postale.

  • Semplificazione degli adempimenti IMU: viene previsto un modello telematico unico per facilitare la dichiarazione e il pagamento dell’imposta municipale.

  • Maggiore equità nelle sanzioni: saranno applicati criteri più proporzionati per le sanzioni relative a IMU, Tari, imposta di soggiorno e contributo di sbarco.

  • Premialità per il recupero dell’evasione: nel triennio 2025–2027, i Comuni riceveranno il 100% delle somme aggiuntive accertate e riscosse rispetto all’attuale 50%, incentivando il contrasto all’evasione fiscale locale.

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha sottolineato come questo intervento rappresenti “un passo importante verso una vera autonomia fiscale, in un’ottica di responsabilità e collaborazione tra livelli istituzionali”.

Il decreto legislativo, diciassettesimo tassello della riforma, è destinato ad avere un impatto diretto sull’efficienza della macchina amministrativa locale, con benefici tangibili sia per i Comuni che per i cittadini e le imprese del territorio.

Mercurio Service SpA con sede all’Aquila sta cercando un Direttore Informatico. Cerchiamo una figura con un solido background tecnico e una spiccata capacità di leadership, capace di far crescere e motivare un team composto da alcuni programmatori e un sistemista. Il candidato ideale sarà il punto di riferimento interno per tutte le questioni tecnologiche, garantendo l’implementazione di soluzioni efficienti e innovative, e sarà il principale interlocutore verso fornitori e consulenti esterni.

Chi Cerchiamo?

  • Un percorso professionale di almeno 10 anni in ruoli similari, idealmente in realtà di dimensioni e complessità pari o superiori alla nostra.
  • Esperienza consolidata nella gestione di team e nella conduzione di progetti complessi, con una forte attenzione all’innovazione e alla qualità.
  • Eccellenti capacità relazionali e comunicative, utili sia nella gestione del team interno che nell’interfacciarsi con partner esterni.
  • Profonda conoscenza delle tecnologie informatiche e delle metodologie di sviluppo, con un’attitudine costante alla ricerca di soluzioni innovative e al miglioramento continuo.
  • Competenze sistemistiche e in ambito Cyber Security.
  • Gestire il budget dell’area ICT.
La conoscenza del settore tributi, servizi pubblici a rete e pagamenti digitali costituirà un plus.

Responsabilità principali

  • Leadership e coordinamento: Gestire e ispirare il team tecnico, favorendo una cultura della responsabilità e dell’innovazione.
  • Gestione di progetti: Pianificare, coordinare e supervisionare i progetti tecnologici, assicurando il raggiungimento degli obiettivi nei tempi previsti e con elevati standard qualitativi.
  • Interazione esterna: Mantenere rapporti strategici con fornitori e consulenti, selezionando le migliori soluzioni e tecnologie per supportare la crescita aziendale.
  • Visione strategica: Contribuire attivamente alla definizione della roadmap tecnologica aziendale, anticipando le tendenze del settore e implementando strumenti e metodologie all’avanguardia.

Cosa offriamo?

  • Un ambiente di lavoro dinamico e collaborativo, dove l’innovazione è all’ordine del giorno.
  • Opportunità di crescita professionale e sviluppo personale, in linea con le aspirazioni individuali e le esigenze aziendali.
  • Progetti sfidanti che faranno la differenza per il futuro della nostra azienda.
  • Premi di Risultato aziendale al raggiungimento di obiettivi di fatturato e obiettivi di qualità
  • Flexible benefit
  • Telefono aziendale
  • Polizza sanitaria del Fondo EASI per i dipendenti e i propri familiari a copertura di tutte le prestazioni garantite dal piano sanitario
  • Retribuzione base prevista per il Primo Livello CCNL CED + Superminimo assorbibile totale lordo mese 2.760,00 €
PEF e Tariffe Tari

Slitta al 30 giugno 2025 il termine per l’approvazione dei piani finanziari e delle tariffe Tari

Più tempo ai Comuni per piani finanziari e tariffe della Tari. A spostare in avanti di due mesi il termine attuale del 30 aprile è l’emendamento dei relatori (Paolo Emilio Russo, Tiziana Nisini e Marta Schifone) al decreto Pa, ora alla Camera.

Il rinvio al 30 giugno è motivato dal fatto che ora sono pochissimi gli enti in possesso dei dati completi da parte delle società di gestione del servizio di smaltimento rifiuti. In ogni caso restano fermi i termini di pagamento delle rate già stabiliti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo Stato apre alla cartolarizzazione dei crediti fiscali più datati

Lo Stato apre alla cartolarizzazione dei crediti fiscali più datati

Il magazzino della riscossione ha raggiunto i 1.272 miliardi di euro, crescendo di 5 miliardi al mese. Solo 567 miliardi risultano effettivamente riscuotibili, con la maggior parte dei crediti attribuiti a persone fisiche senza attività economiche. Le aziende, invece, detengono solo il 15% dei crediti ma quasi due terzi del valore residuo.

Per ridurre l’enorme stock di crediti fiscali, si valuta la cartolarizzazione, ovvero la cessione dei crediti deteriorati a privati, ottenendo così liquidità immediata. Tuttavia, emergono dubbi sulle modalità di riscossione da parte dei soggetti privati e sugli effetti sociali di questa operazione.

Parallelamente, si discute la nuova rottamazione cartelle esattoriali (rottamazione 5), con rateizzazioni fino a 10 anni, ma con il rischio di disparità rispetto alle sanatorie precedenti e possibili impatti sui conti pubblici.

Si punta anche a rafforzare la riscossione pubblica, consentendo all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di accedere ai dati dell’anagrafe tributaria, ai redditi dichiarati e alle fatture elettroniche, per migliorare l’efficacia della riscossione fiscale.

Fonte: Anutel

Le sanzioni tributarie cambiano pelle dal 2026

Dopo il recente aggiornamento avvenuto in materia di sanzioni tributarie con il decreto legislativo n. 87/2024, l’argomento torna a essere ritoccato dal legislatore, non nel tessuto normativo ma nell’unificazione delle norme. Con il dlgs n. 173 del 28 novembre 2024, si è voluto uniformare in un unico testo di legge, tutto il quadro giuridico vigente, riguardante l’applicazione delle sanzioni alle entrate di natura tributaria. In base alle disposizioni transitorie e finali dettate dall’articolo 101 e 102 del dlgs 173/2024, la decorrenza della nuova norma è fissata al 1° gennaio 2026, in coincidenza con l’abrogazione, alla medesima data, di tutte le previgenti disposizioni. Tale unificazione comporterà il solo onere di adeguamento testuale dei provvedimenti da emettere. Ciò significa che, per l’anno 2025, restando in vigore i decreti legislativi 471/1997 e 472/1997, non occorre procedere all’ adeguamento dei riferimenti normativi inclusi nelle motivazioni degli avvisi di accertamento, in quanto norme ancora vigenti; mentre, l’adeguamento dovrà, necessariamente, avvenire per i provvedimenti emessi dal 1° gennaio 2026. Un’ultima considerazione merita la questione concernente la discussa non applicazione del principio del favor rei, disposto dall’articolo 5 del dlgs 87/2024, in base al quale le nuove disposizioni normative si sarebbero dovute applicare per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024. Nell’unificazione delle norme sanzionatorie nel testo unico viene fatta salva anche tale deroga; infatti, nell’elenco delle norme abrogate a decorrere dal 1/1/2026, contenute nell’articolo 101, viene esplicitamente escluso il citato articolo 5 del dlgs 87/2024, norma di deroga al principio del favor rei, confermando di fatto che per le violazioni commesse fino al 31/8/2024 continuano ad applicarsi le norme del dlgs 472/1997 e 471/1997 pre-riforma. Ricapitolando, nelle motivazioni dei provvedimenti relativi alla contestazione di violazioni precedenti il 1/9/2024 ed emessi dopo il 1/1/2026, occorrerà, pertanto, indicare sia il dlgs 173/2024 (testo unico in materia di sanzioni), sia il riferimento ai criteri di determinazione delle sanzioni disciplinati rispettivamente dai dlgs n.472 e n.471 del 1997 (riguardanti, ad esempio, la sanzione per omesso versamento i criteri di determinazione della sanzione in caso di recidiva o cumulo giuridico). Le medesime considerazioni valgono per il dlgs 175/204.

Di LUIGI D’APRANO docente Anutel
COVID e proroga di 85 giorni

Proroga COVID di 85 giorni: la Corte di Cassazione chiarisce con l’ordinanza n. 960/2025

Con l’ordinanza n. 960 del 15 gennaio 2025, la Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sull’applicazione della proroga COVID di 85 giorni, introdotta dall’art. 67 comma 1 del DL 18/2020 (il cosiddetto “Cura Italia”). Questa norma è stata pensata per affrontare le difficoltà amministrative e fiscali durante l’emergenza pandemica.


Cosa dice la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 960?

Il punto 11.3 dell’ordinanza recita: Occorre pertanto interpretare la normativa  nel senso che i termini di sospensione si applicano non soltanto in relazione a quelle attività da compiersi entro l’arco temporale previsto dalla norma, ma anche con riguardo alle altre attività, nel senso che si determina uno spostamento in avanti del decorso dei termini per la stessa durata della sospensione.
In tal senso depone il dato letterale della disposizione dettata dall’art. 67 e l’espresso richiamo alla disposizione di carattere generale prevista dall’art. 12, comma 1, DLgs. n. 159 del 2015, il quale stabilisce che le disposizioni in materia di sospensione dei termini di versamento dei tributi, a favore dei soggetti interessati da eventi eccezionali, comportano altresì, per un corrispondente periodo di tempo, relativamente alle stesse entrate, la sospensione dei termini previsti per gli adempimenti anche processuali, nonché la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza in materia di liquidazione, controllo, accertamento, contenzioso e riscossione a favore degli enti impositori, in deroga alle disposizioni dell’articolo 3, comma 3, della legge 27 luglio 2000, n. 212.

Conclusione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 960/2025, ha confermato che la proroga COVID di 85 giorni non si limita al periodo originario ma genera uno spostamento complessivo dei termini. Questa interpretazione estensiva rafforza la posizione dell’Erario, fornendo agli enti fiscali maggiore tutela e tempo per operare, specialmente in contesti eccezionali come la pandemia.